In via Gentile resta tutto com’è almeno per i prossimi 45 giorni, ma con il rischio concreto che si vada verso uno stravolgimento dei risultati delle elezioni di settembre. Per decidere se il centrosinistra ha diritto a 27 o 29 seggi è necessario convocare tutti i 50 consiglieri regionali più il presidente Michele Emiliano. 

Ed è per questo che il Tar di Bari ha rinviato al 3 marzo la discussione sui due ricorsi presentati dal centrodestra, rimandando a una data successiva tutti gli altri: se verrà accolto quanto chiedono i primi dei non eletti Vito De Palma (Fi) e Antonio Scalera (Puglia Domani) sul calcolo del premio di maggioranza, allora bisognerà rifare tutti i conti. E molte delle altre questioni elettorali in ballo potrebbero perdere significato.

I giudici della Terza sezione (relatore Serlenga) devono stabilire se la coalizione guidata da Michele Emiliano abbia o meno superato il 40% dei voti: nel primo caso (come ha deciso l’Ufficio elettorale centrale) conserverà il premio di maggioranza pieno di 29 seggi, nel secondo caso (come chiede il ricorso del centrodestra con gli avvocati Francesco Paolo Sisto e Sabina Di Lecce di studio Fps, Gianluigi Pellegrino e Luciano Ancora) dovrà scendere a 27. 

Non è detto che la differenza sia solo l’ingresso di De Palma e Scalera per il centrodestra (al posto di Peppino Longo e Mario Pendinelli della maggioranza): è per questo che il Tar ha disposto l’integrazione del contraddittorio convocando «per pubblici proclami» tutti gli eletti in carica. 
La controversia riguarda i principi generali che regolano i sistemi elettorali con premio di maggioranza. In Puglia c’è uno sbarramento al 4%: i voti delle liste che non superano quella soglia concorrono al risultato complessivo della coalizione? La Corte d’appello di Bari e la stessa Regione (che si è costituita con gli avvocati interni Anna Bucci e Rossana Lanza) dicono sì e quindi attribuiscono a Emiliano il 40,69%, ma alle elezioni del 2015 l’Ufficio elettorale si regolò nel senso opposto applicando una decisione dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Il rinvio con integrazione del contraddittorio indica che i giudici non ritengono la questione manifestatamente infondata.

Di certo non è infondata la questione politica: se dovesse scendere a 27 seggi, Emiliano sarà meno stabile.
Entro oggi verranno pubblicate le decisioni sui ricorsi di Senso civico, Italia in Comune e delle associazioni femminili (prima firmataria Nunzia Berardini) che chiedono di mandare alla Corte costituzionale la norma pugliese sulla parità di genere nelle liste elettorali. Rinviati a data da destinarsi quelli di Sergio Blasi e Rosa Cicolella (la correzione di un errore nella assegnazione dei seggi all’interno della lista Pd che porterebbe all’estromissione di Ruggero Mennea e Michele Mazzarano), e il ricorso di Domenico De Santis (avvocati Pierluigi Balducci, Piero De Nicolo e Saverio Sticchi Damiani): nel frattempo, da lunedì, De Santis rientrerà in Regione come vice capo di gabinetto.


Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno (15 gennaio 2021)