(Adnkronos) - Il tribunale di Roma ha assolto Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera, dall’accusa di aver diffamato e partecipato a “una campagna giornalistica dal contenuto denigratorio” contro l'ex giudice Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della suprema Corte di cassazione nell’estate del 2013 che condannò Silvio Berlusconi per frode fiscale.

Mulè era stato querelato insieme ad altre 13 persone dall'ex toga che si era ritenuta diffamata per alcuni commenti rilasciati in varie trasmissioni televisive e interviste. Nei confronti di Mulè il giudice ha ritenuto di pronunciare sentenza di assoluzione, come richiesto dall'avvocato Roberto Eustachio Sisto, senza la necessità di alcun ulteriore approfondimento sulla base dell'articolo 68 della Costituzione che tutela il mandato parlamentare e le dichiarazioni rese in forza di tale incarico.

“E’ la ovvia conclusione di un procedimento penale che mirava e minava alle basi la libertà di opinione e di -aspra- critica in perfetta simmetria con il legittimo e doveroso esercizio delle funzioni di parlamentare”, dichiara Mulè.

L'esponente di Forza Italia aggiunge: “Ringrazio l'avvocato Roberto Eustachio Sisto per avere brillantemente condotto la difesa che segna un punto a favore della libertà di espressione nei confronti di chiunque, indipendentemente dalla categoria di appartenenza. Quella sentenza che condannava Silvio Berlusconi, d'altronde, rimane uno buco nero nella storia giudiziaria italiana per come si è formato il verdetto soprattutto alla luce di quanto si è poi saputo dopo quel pronunciamento della Suprema Corte”. 

L’accusa a Mulè era quella di “aver partecipato a una campagna giornalistica a contenuto denigratorio, con la quale veniva offesa la reputazione di Antonio Esposito”. In particolare Mulè era accusato dall’ex magistrato di aver detto che quella sentenza era: 'Truffa giudiziaria…è stato stracciato e calpestato un diritto che è garanzia per il cittadino… plotone d’esecuzione… la Costituzione l’hanno messa sotto ai piedi… sentenza politica… montagna d’infamia… montagna d’ingiustizia'".